Strategie di protezione a basso impatto ambientale e biologiche dalle malattie per le colture ortive da seme
L’obiettivo generale del progetto consiste nel migliorare la competitività e la sostenibilità delle aziende agricole marchigiane impegnate nella coltivazione di specie ortive da seme. La sperimentazione prevede la definizione di strategie di protezione di cipolla, brassicacee, coriandolo e carota dalle principali malattie in agricoltura integrata e in biologico. Inoltre, verranno affrontate avversità emergenti nel momento in cui si passa alla gestione di tali specie in biologico, così da potenziare e promuovere il settore a livello regionale, nazionale ed internazionale.
I principali obiettivi operativi che il progetto CleanSeed si propone consistono in:
- miglioramento della protezione delle specie ortive da seme dalle malattie in agricoltura integrata
- miglioramento della protezione delle specie ortive da seme dalle malattie in agricoltura biologica
- ottenimento di produzioni in quantità e di qualità con il più basso impatto ambientale possibile
- promozione di approcci a basso impatto ambientale che abbiano una buona sostenibilità economica per l’azienda agricola operante con colture da seme
- gestione di problematiche emergenti o recrudescenti al momento della conversione in biologico
- definizione di strategie di protezione per l’agricoltura integrata e biologica che consentano di ridurre la contaminazione da patogeni trasmessi per seme (seedborne pathogens), così da limitare le problematiche commerciali delle aziende agricole marchigiane coinvolte
- ampia disseminazione fra le aziende che producono le principali ortive da seme nelle Marche (cipolla, coriandolo, brassicacee, carota) dei risultati del progetto CleanSeed grazie al coinvolgimento di aziende sementiere leader nel settore a livello regionale e nazionale, nonché della Marca di Ancona – CIA e dell’ASSAM
La regione Marche rappresenta un territorio di elezione a livello nazionale ed internazionale per la produzione di specie ortive da seme. L’orografia della regione, con vallate ortogonali alla costa, permette una buona ventilazione e quindi uno sviluppo più limitato di malattie fungine, che possono compromettere la buona riuscita della coltura. Parte della produzione viene esportata, ed i paesi importatori sono sempre più esigenti per quanto riguarda la presenza di organismi nocivi trasmessi con il seme. Se da un lato emerge la necessità di un’agricoltura sempre più sostenibile, con l’agricoltura biologica vista con sempre maggiore favore dal consumatore e dal commercio internazionale, dall’altro canto ci sono una riduzione di agrofarmaci disponibili per la protezione ed una recrudescenza delle avversità su tali colture, che in biologico sono più difficili da controllare, anche perché una condizione necessaria per la commercializzazione, soprattutto verso alcune destinazioni straniere, consiste nell’assenza di agenti fitopatogeni che contaminano o infettano il seme. In tale contesto, le numerose aziende agricole marchigiane convolte nella produzione di specie ortive da seme hanno un notevole fabbisogno di sperimentazioni volte a definire strategie di protezione sostenibili dal punto di vista ambientale e allo stesso tempo in grado di produrre seme in quantità e di qualità, sia per la loro stessa sostenibilità economica, sia per rispettare i contratti in essere, senza contaminazione da parte di organismi fitopatogeni. Le Marche si sono caratterizzate a livello nazionale ed europeo per l’agricoltura biologica, che limitando l’uso degli agrofarmaci utilizzabili, richiede la messa a punto di strategie di protezione appropriate, che richiedono una sperimentazione pluriennale e in diversi ambienti. Inoltre, la coltivazione di specie ortive da seme in biologico, che può rappresentare una importante opportunità commerciale per il settore, può comportare la comparsa o la recrudescenza di problematiche fitopatologiche finora gestite con i fungicidi di sintesi, che vanno affrontate e gestite al meglio per evitare che piccoli fallimenti su alcune colture possano portare all’abbandono di questa interessante prospettiva.
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L’innovazione da introdurre consiste in strategie di protezione di specie ortive da seme da malattie per l’agricoltura integrata e l’agricoltura biologica efficaci, sostenibili dal punto di vista economico ed ambientale ed in grado di produrre seme non infetto o contaminato da organismi fitopatogeni. Un seme non contaminato da “seedborne pathogens” ha una migliore germinabilità e non presenta rischi di movimentare organismi fitopatogeni, soprattutto quando questi ultimi possono essere utilizzati come barriera fitosanitaria da Paesi importatori. Inoltre, verranno messe a punto strategie di protezione per la gestione delle malattie in biologico, pratica talvolta complessa e non sempre a portata della singola azienda agricola, soprattutto nella fase di conversione.
Titolo/Descrizione | Url | Tipologia |
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