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La biofortificazione: primo passo per ridurre la fame nel mondo

La fine del 2023 segna un punto cruciale nel percorso verso il miglioramento genetico per garantire una maggiore qualità nutrizionale, celebrando il ventesimo anniversario del lancio del programma di biofortificazione delle piante coltivate. Questo approccio riveste un'importanza fondamentale nell'affrontare la malnutrizione, specialmente tra le oltre tre miliardi di persone in tutto il mondo, concentrate principalmente in Africa, America Latina e Asia, che non possono accedere a una dieta equilibrata in termini di vitamine e sali minerali, i cosiddetti micronutrienti. La "fame nascosta" affligge due miliardi di individui, evidenziando l'urgenza di soluzioni innovative.

L'idea teoricamente ottimale di garantire a tutti un accesso a una dieta variegata spesso rimane irrealizzabile. In questo contesto, la biofortificazione emerge come una strategia promettente quando combinata con altri interventi. La biofortificazione comporta l'aumento del contenuto di micronutrienti in alimenti di consumo comune attraverso varie pratiche, tra cui il miglioramento genetico e le tecniche agronomiche. Sebbene non esista una soluzione unica per la malnutrizione, la biofortificazione, implementata insieme ad altre misure, offre significative opportunità per contrastare la "fame nascosta".

I programmi avviati due decenni fa si sono concentrati sul miglioramento del contenuto di ferro, zinco e vitamina A negli alimenti di base utilizzati nei paesi a basso reddito. La patata dolce arancione, ad esempio, è stata la prima ad essere biofortificata su larga scala, distribuita in 20 paesi dell'Africa Sub-Sahariana dal 2014. L'impatto è stato notevole, con una significativa riduzione della carenza di vitamina A, miglioramenti nella salute generale e una diminuzione della diarrea infantile in oltre 6,8 milioni di famiglie adottanti. Questo successo è stato riconosciuto con il conferimento del World Food Prize 2016 a tre ricercatori del Centro Internazionale della Patata e al fondatore di HarvestPlus, Howarth Bouis.

Al successo della patata dolce si sono aggiunti mais e cassava arricchiti di vitamina A, oltre a effetti positivi sulla salute dimostrati scientificamente per frumento e riso arricchiti di zinco in India e Bangladesh. Fagioli e miglio biofortificati per il contenuto di ferro hanno migliorato significativamente le capacità cognitive dei bambini in età scolare in Africa e America Centrale.

Queste varietà biofortificate, che includono patate dolci, frumento, riso, cassava, fagioli e mais, sono state sviluppate principalmente da HarvestPlus, in collaborazione con centri di ricerca internazionali affiliati al CGIAR. Utilizzando progetti di miglioramento genetico, sono state create 293 varietà ad alta qualità nutrizionale e produttività per renderne conveniente la coltivazione per gli agricoltori. La biofortificazione si è dimostrata un'innovazione efficace, efficiente e a basso costo su larga scala, con attualmente 86 milioni di persone che si nutrono di alimenti biofortificati, con l'obiettivo di superare i 100 milioni entro la fine dell'anno.

Questa notevole realizzazione smentisce coloro che affermano che il miglioramento genetico abbia impoverito la qualità nutrizionale degli alimenti. Le moderne varietà, ottenute attraverso programmi di incrocio e selezione, non solo non sono inferiori alle varietà coltivate dai nostri nonni, ma rappresentano una strada promettente quando integrata con interventi sociali ed economici per apportare significativi vantaggi alla nutrizione.

6 Dicembre 2023