InnovaInAzione

La quinoa può essere coltivata anche in Italia

La quinoa può essere coltivata anche in Italia

Azienda: Azienda Agri D.A.F. di Agostino e Giorgio Fioruzzi
Regione: Emilia-Romagna
Anno di realizzazione: 2020
Tipo di innovazione: Di processo, Di prodotto
Ambito Innovazione: Diversificazione e multisettorialità
Comparto/Prodotto: Cerealicoltura » Quinoa

La quinoa è una pianta erbacea che, contrariamente a quanto si pensi, non è un cereale, ma fa parte della famiglia delle Chenopodiacee, come la barbabietola da zucchero e  gli spinaci. Venerata dagli Inca come pianta sacra, viene coltivata da oltre 5000 anni sugli altopiani pietrosi delle Ande ad altitudini comprese tra 3800 e 4200 metri.

La quinoa può essere consumata previa decorticazione in minestre o risotti. La farina di quinoa è indicata da sola o mescolata a farine di cereali, per tutti gli utilizzi normali della farina quindi: dolci, pane, pasta.  E' priva di glutine, quindi adatta anche ai celiaci

Per secoli è stata coltivata prevalentemente come foraggio per i lama. Poi le cose sono cambiate radicalmente ed è diventata uno degli alimenti più apprezzati al mondo. Correva l’anno 1993 quando la NASA scoprì la quinoa e per le sue notevoli proprietà nutritive, la inserì nell’alimentazione ottimale per gli astronauti.

Si tratta di una pianta molto rustica che non ha bisogno di particolari concimazioni e trattamenti, e non è soggetta all'attacco di molti insetti e malattie. Produce una spiga (panicolo) ricca di semi rotondi, simili a quelli del miglio.  Ma è davvero possibile coltivarla in Italia? Da qualche anno si assiste ad un particolare interesse di alcuni imprenditori agricoli che stanno facendo di tutto per rendere questa coltura coltivabile in areali italiani. 

In particolare alcune aziende agricole, con il supporto del Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Sostenibili (DI.PRO.VE.S.) dell’Università Cattolica (U.C.S.C.) di Piacenza, hanno costituito il GO "Quinovation"  effettuando uno  screening delle varietà più adeguate alle condizione pedoclimatiche dell’Italia settentrionale, sia in aziende convenzionali, sia in aziende biologiche. I risultati sono stati molto soddisfacenti.

Azienda Agri D.A.F. di Agostino e Giorgio Fioruzzi

La DAF alimentari (da cui la ragione sociale DAF-AL S.R.L.), azienda a gestione familiare da sei generazioni, segue direttamente ogni fase della produzione agroindustriale.

Un forte legame con il territorio piacentino e l’obiettivo di un continuo miglioramento delle tecniche produttive ci permettono di fornire ai nostri clienti alimenti buoni e naturali. I nostri prodotti vengono coltivati in campi entro 50 Km dal nostro stabilimento a San Giorgio Piacentino e lavorati in giornata sfruttando l’energia prodotta dal nostro impianto fotovoltaico.

Produciamo conserve vegetali convenzionali (mais dolce, piselli e fagioli borlotti) e biologiche (mais dolce e legumi). Produciamo anche alcool etilico denaturato, distillato esclusivamente da materie prime vegetali.

Il responsabile aziendale è Agostino Fioruzzi che dal 2013 si occupa dell’azienda di famiglia, la DAF  (nata nel 1825 e giunta alla settima generazione) specializzata nella coltivazione e produzione di mais dolce e piselli in scatola raccolti freschi nel piacentino. Appena entrato in azienda, ha puntato sull’agricoltura biologica, estendendo la gamma prodotti con altri legumi inscatolati freschi e con la quinoa italiana. I prodotti vengono trasformati in azienda.

La quinoa viene attualmente coltivata su una superficie di circa 50 ha dei 300 ettari aziendali. Inoltre è presente un impianto per la pulizia della granella post-raccolta (i chicchi  devono essere decorticati e selezionati per eliminare impurità e la presenza di semi di infestanti . Abbiamo acquistato i macchinari per la desaponificaizone, un processo che elimina la presenza di saponine, sostanza amarognola che ricopre il seme che deve essere eliminata prima della commercializzazione. Inoltre ritiriamo il prodotto da diversi conferitori esterni.

Altre informazioni

Classificazione RRN
Altre imprese
Tipo di ente (classificazione 2014-2022)
PMI

La quinoa: una coltura alternativa, redditizia e sostenibile, per la produzione di sfarinati gluten-free a basso indice glicemico

Azienda: Azienda Agri D.A.F. di Agostino e Giorgio Fioruzzi
Regione: Emilia-Romagna
Anno di realizzazione: 2020
Tipo di innovazione: Di processo, Di prodotto
Ambito Innovazione: Diversificazione e multisettorialità
Comparto/Prodotto: Cerealicoltura » Quinoa
Origine dell'idea innovativa

La quinoa è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Chenopodiaceae, come gli spinaci o la barbabietola.
I semi di questa pianta, sottoposti a macinazione, forniscono una farina contenente prevalentemente amido, il che consente a questa pianta di essere classificata merceologicamente a pieno titolo come cereale nonostante non appartenga alla famiglia botanica delle graminacee. Si distingue da altri pseudocereali per l'alto contenuto proteico e per la totale assenza di glutine. Nella terminologia anglosassone, che attribuisce il significato di cereale (parola di origine latina) alle sole piante ascrivibili tra le graminacee (o poacee) e ai loro prodotti, la quinoa è invece classificata come pseudocereale. Per il suo buon apporto proteico costituisce l'alimento base per le popolazioni andine. Gli Inca chiamano la quinoa chisiya mama, che in quechua vuol dire "madre di tutti i semi".

È una pianta erbacea annuale, con basse esigenze idriche, che si adatta a situazioni pedoclimatiche molto diverse; cresce anche in ambienti marginali e richiede bassi input.

Questa pianta oggi sta attirando l'attenzione di un numero crescente di agricoltori in Italia e nel mondo, perchè i semi di quinoa nel corso degli anni hanno avuto quotazioni di mercato stellari e ancora oggi si mantengono alte e rappresentano dunque una attrattiva per le aziende agricole. 

Le proprietà nutritive rendono la Quinoa particolarmente indicata per la dieta delle persone affette da celiachia o che necessitano di alimenti a basso indice glicemico.

Nell’ambito della ricerca di colture alternative e di alimenti ad alto valore nutrizionale, al fine di rispondere alle esigenze alimentare della popolazione, è stato presentato il progetto "Quinovation" che si proponeva di:

  1. verificare l’adattabilità colturale agli ambienti emiliano romagnoli dei genotipi di Quinoa;
  2. trovare la tecnica colturale più adeguata per l’agrosistema italiano, in particolare determinare la corretta densità di semina e il sesto di impianto più opportuno;
  3. verificare le caratteristiche chimiche, nutrizionali e funzionali della Quinoa;
  4. favorire lo sviluppo di processi e prodotti di trasformazione di derivati della Quinoa.
Descrizione innovazione

Nel 2017 e 2018 sono state seminate nella nostra azienda (biologica) e nelle altre aziende (bio e convenzionali) partner del progetto, tre cultivar (Regalona, proveniente dal Cile, Titicaca, dalla Danimarca e Vikinga dalla Francia), allo scopo di effettuare delle prove di adattamento varietale.

La semina è avvenuta tra marzo ed aprile, con dosi di semina da 8 a 14 kg /ha e con 15 o 50 cm di distanza tra le file. Solo un campo è stato irrigato, mentre tutti gli altri sono stati condotti in regime seccagno. La raccolta è avvenuta tra luglio ed agosto, ottenendo una produzione da 564 a 1898 kg /ha.

Nel corso di entrambe le stagioni colturali, inoltre, sono state effettuate analisi qualitative della granella di quinoa, per completare la valutazione delle varietà anche dal punto di vista nutrizionale confrontando le varietà con una quinoa acquistata sul mercato e con altre materie prime destinate alla formulazione di miscele di sfarinati gluten-free. 

La granella di quinoa è stata sfarinata e sulle materie prime ottenute è stata eseguita la caratterizzazione nutrizionale. Dalle analisi effettuate si evince che: la fibra alimentare è risultata maggiore in Titicaca (13.7%) e minore in Vikinga e Regalona con 10.9 e 10.2%, rispettivamente, da confrontare con quella del grano tenero che è solo dell’1.9%.

L’indice glicemico è risultato pari al 31% per Titicaca, 33% per Vikinga, 40% per Regalona e 45% per la partita commerciale, dimostrandone l'utilità per il controllo della glicemia attraverso la dieta. I risultati appaiono decisamente positivi se confrontati con quelli del grano tenero (59%) e soprattutto del riso (80%).

Analizzando il profilo aminoacidico, le tre cultivar hanno mostrato un buon profilo, che copre tra il 60 e il 70% del profilo della proteina ideale per l'uomo.

Dal punto di vista sensoriale è emerso che la cultivar Vikinga è quella più piacevole alla degustazione. La cultivar Vikinga è infatti una varietà di recente introduzione, caratterizzata dal ridottissimo contenuto di saponine, responsabili del gusto amaro.

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